Con l’inizio di settembre i lavori in via Torre Clementina saranno conclusi e la strada sarà riaperta completamente al passaggio dei pedoni. A quel punto sarà più chiaro il senso dell’intervento. L’obiettivo di questo primo lotto era quello di allargare il marciapiede per renderlo sempre più attraente alla passeggiata. Un “viale come piazza” dove poter svolgere ogni tipo di iniziativa ma anche per permettere agli esercizi commerciali di trasferirvi parte delle loro attività nello spirito dei boulevard parigini. Dehors realizzati il legno, vetro e ferro battuto, tutti simili tra di loro insegne comprese, per uniformarli all’architettura dei palazzi disegnati dal Valadier.
“Perché alla fine l’obiettivo di tutta l’operazione sarà proprio quella di riqualificare il borgo del Valadier e di restituirgli la dignità e la centralità che aveva nel passato – spiega il sindaco Esterino Montino – un lavoro iniziato subito con il recupero di quegli edifici diroccati che sono stati restaurati lungo il viale, oggi più che mai vitale”.
Perché di fatto la moderna Fiumicino nasce proprio intorno a quel tratto di strada: sul finire del 18° secolo (fonte sito del Comune), il suo abitato era costituito da poche capanne intorno alla vecchia torre Nicolina che si era sulla sponda sinistra del canale navigabile. Sulla sponda opposta spiccavano due torri di guardia, l’Alessandrina del 1662, e la Clementina del 1774. Tra la chiesa del Crocifisso e la torre Alessandrina, vi era il ponte di barche, apribile per consentire la navigazione fluviale.
Ma la nascita del borgo di Fiumicino si deve alla costruzione del complesso voluto dallo Stato Pontificio in occasione del Giubileo del 1825. Il progetto della costruzione del borgo fu affidato a Giuseppe Valadier, architetto delle Fabbriche Camerali, il suo disegno completo e autografo è oggi conservato presso l’Accademia di S. Luca a Roma. L’idea del Valadier era quella di far diventare Fiumicino una elegante e funzionale porta d’ingresso a Roma per chi arrivava dal mare, un progetto mai pienamente realizzato.
I lavori iniziarono quando era già in atto la costruzione del nuovo edificio per la dogana, addossato alla torre Alessandrina, che il Valadier chiama “Gregoriana”.
Si decise di realizzare una serie di comode case per civile abitazione e di spostare l’abitato sulla sponda destra del canale, stante le continue difficoltà create dal ponte mobile, e di porre al centro delle abitazioni una nuova chiesa. Alle spalle delle case si immaginava un lungo viale alberato, con ampi giardini all’italiana, il fronte verso il canale è riservato alle attività portuali, mentre tra gli edifici camerali e quelli civili, sono previsti degli archi di passaggio, sovrastati dallo stemma del regnante sovrano. La successiva realizzazione, completata tra il 1823 ed il 1827, per interessamento del Tesoriere della Reverenda Camera Apostolica, Monsignor Belisario Cristaldi, subirà alcune modifiche principalmente riguardanti la chiesa e le abitazioni che furono costruite più in dietro e non in linea con la dogana e la casa per la sanità. Il viale alberato non fu realizzato, al suo posto, per l’utilità di quanti vi abitavano, si tenevano gli orti, mentre il fronte del canale divenne anche la strada principale del nuovo borgo, sorto così tra la torre Alessandrina, ormai in disuso, e la maestosa torre Clementina. La chiesa dedicata a S. Maria Porto della Salute, in origine era priva di campanile e si trovava isolata tra gli altri edifici. Il 10 dicembre 1828, sotto Papa Leone XII, il cardinale Bartolomeo Pacca la consacrò solennemente, il primo cappellano fu nominato Don Luigi Giannelli. Successivamente nel 1857, il cardinal Mattei fece realizzare la canonica, chiudendo una delle due vie di comunicazione tra i fronti e collegando la chiesa con l’attiguo palazzo.
Altri rimaneggiamenti negli anni hanno interessato il borgo del Valadier: l’edificio camerale, o della sanità, è stato rialzato di un piano e sulla sua terrazza ospita ora un orologio, altre sopraelevazioni sono state realizzate sugli edifici a monte della chiesa, e soprattutto sono scomparse le eleganti arcate dei portoni del piano terra, così come buona parte dei cornicioni e delle lesene, mentre una facciata, nei pressi della chiesa è ricoperta in cortina di mattoni. Anche le due torri, l’Alessandrina e la Clementina sono andate completamente perdute, ma nonostante tutto ancora oggi il borgo conserva un certo fascino.
Un fascino e una centralità che meritano un’attenta azione di recupero che proseguirà dopo l’apertura del viale a fine agosto: “Su via Torre Clementina sono già stati posizionati 4 dei 10 pali storici previsti – spiega l’assessore ai Lavori pubblici Angelo Caroccia – I pali artistici sostituiscono quelli comuni, attualmente presenti. Sempre su Torre Clementina saranno sostituiti i blocchi in cemento collegati dalle catenelle che delimitano la passeggiata. Al loro posto, saranno posizionati paletti in stile, in armonia con i nuovi pali”.
Lavori in corso anche per la rotonda di via degli Orti: “Su questa – continua Caroccia – abbiamo preferito evitare un’area verde perché la sua posizione, al centro di una delle aree più trafficate di Fiumicino, avrebbe creato una serie di disagi alla circolazione durante le operazioni di innaffiamento e manutenzione. Abbiamo quindi fatto una scelta diversa che andrà ad armonizzarsi con gli elementi decorativi che verranno posizionati sul marciapiede di via Torre Clementina”.
Pertanto ci saranno due grandi strisce decorative realizzate con maioliche in ceramica, dipinte a mano, che verranno inserite lungo il perimetro della rotatoria, su muretti rivestiti in laterizio romano. Lo stile riprenderà quello dei mosaici classici in bianco e nero, mentre i soggetti rappresentati saranno il Porto di Traiano e lo scorcio di via Torre Clementina, secondo il disegno originario del Valadier.