Chi se lo sarebbe mai aspettato di identificare un uccello marino diverso dai “soliti”, ma sempre amati gabbiani, nelle nostre acque? E’ stata per me una sorpresa, quando il fotografo Manduzio mi ha mostrato queste immagini, scattate da lui a circa 2 miglia a largo tra Fregene e Fiumicino, nelle ore pomeridiane di domenica 27 maggio scorso, quando già la spiaggia si era popolata di bagnanti e di ombrelloni aperti di fronte ad un mare che ci riserva sempre, nonostante, e forse grazie a tutte le battaglie che fa per “mantenersi in forma da solo”, delle stupende sorprese come questa. Animali così similmente eleganti, li avevo visti solo nei miei viaggi all’estero, ed in Mediterraneo non mi era mai capitato, neanche quando ho lavorato su una nave oceanografica nel Canale di Sicilia, in quel mare aperto che è più Tunisia che Italia.. Allora ho fatto bene a tornare qui – ho pensato tra me – perché ero e sono sempre più convinta che un territorio come il nostro non abbia nulla da invidiare a nessun posto esotico o fuori mano. Le immagini parlano chiaro, e qui le potete vedere anche voi. Un nutrito gruppo di Berte minori, (Famiglia Procellariidae, nome scientifico della specie: Puffinus yelkouan), si sta alimentando su di un banco di pesci pelagici, probabilmente sardine o acciughe, che nella tarda primavera, inizio estate di ogni anno, si portano sottocosta per riprodursi ed ovideporre, ripetendo così il ciclo della loro vita in mare e diventando a loro volta il ciclo di altre esistenze marine. Le Berte minori sono state considerate per molto tempo come le “Signore del Mediterraneo”, perché osservabili un po’ dappertutto nel Mare nostrum, ma attualmente rappresentano degli uccelli da proteggere, perché i loro habitat naturali di nidificazione sono messi in pericolo dalla progressiva urbanizzazione della costa, mentre le reti per la pesca intensiva e l’inquinamento marino fanno il resto. Il fatto di averla osservata lungo il nostro litorale mi fa ben sperare che questo sia un segnale di ripresa qualitativa delle nostre acque; come dire, la natura ce la sta mettendo tutta per riprendersi, diamogli anche noi, abitanti sul mare e che di mare viviamo, una mano a completare l’opera. Le Berte minori sono uccelli pelagici, ossia di mare aperto, ma non si allontanano mai molto dalla costa e nidificano sulla terraferma; si cibano di pesci di piccola taglia, molluschi e crostacei, ma anche di rifiuti galleggianti in mare, così come fanno anche i Gabbiani. In queste foto si osserva molto bene la tecnica di procacciamento e cattura del cibo, che in questo caso è rappresentato da pesci di banco (acciughe, sardine, latterini, menole), che catturano compiendo volteggi circolari in aria e tuffandosi in acqua – in un’acqua che letteralmente “ribolle” di prede e predatori. Mi viene da riflettere sul fatto che questa tecnica di cattura mi ricorda quella detta “carosello orizzontale” dei delfini, mentre anche i Gabbiani partecipano al banchetto, come avrebbero fatto con i loro amici delfini… un po’ come dire che in natura si osservano sempre delle convergenze e dei parallelismi, a saperli vedere ). Per l’identificazione di questo animale è importante osservare le dimensioni del corpo (la taglia è inferiore a quella della Berta maggiore, che ha anche una maggiore apertura d’ali pari a 100-120 cm), il becco sottile e scuro, la colorazione della livrea (le parti inferiori chiare, addirittura bianco puro, ed il dorso che può variare dal nero al marrone scuro). La Berta minore si può anche riconoscere per il tipico volo basso sull’acqua, con brevi ed intermittenti battiti d’ala, intervallati da lunghe planate con le ali rivolte verso il basso. Quando c’è vento forte, invece, le Berte minori sfruttano le correnti d’aria che si formano sulla cresta delle onde e, oscillando su di esse, mostrano alternativamente il ventre chiaro ed il dorso scuro. Adesso che vi ho dato tutte queste indicazioni e tutti questi suggerimenti su come riconoscere la Berta minore nel suo ambiente naturale, che non è poi tanto lontano da dove stiamo noi, visto che la troviamo proprio di fronte al nostro mare, mi sta venendo in mente che si potrebbe fare un po’ di sea-watching che non guasta. Quindi preparerò delle schede di avvistamento e le renderò disponibili a tutti quelli che vorranno utilizzarle, mettendole on line, a patto però che me le rendiate indietro compilate, in maniera tale che io possa predisporre una semplice, ma pur utile check-list degli uccelli acquatici, sia marini che estuariali, del nostro territorio.

 

Dr.ssa Daniela Pascucci (Biologa) – Stefano Manduzio (Fotografo professionista)