Retata sul litorale romano, dove la polizia ha arrestato 12 persone accusate di far parte di un’organizzazione criminale dedita al traffico internazionale di stupefacenti importati dal Sudamerica. Gli agenti della squadra mobile hanno fatto numerose perquisizioni. L’operazione, denominata ‘Regina’, è coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma.
Le indagini sono durate circa un anno. L’organizzazione era attrezzata per reperire, acquistare, trasportare e commercializzare rilevanti quantitativi di droga (cocaina, hashish, marijuana) destinata al mercato della capitale. La droga veniva importata dal Sudamerica, in particolare dal Perù, e distribuita in maniera capillare attraverso una rete di pusher con base logistica nel comune di Fiumicino. L’organizzazione era strutturata in modo complesso e composta da una serie di soggetti in stretta sinergia tra loro nella gestione di ogni aspetto, ciascuno con compiti ben precisi.
Al vertice c’era una donna, Bianca Zarfati, detta la «Regina della neve», pregiudicata anche per reati specifici, la quale intratteneva direttamente i rapporti con il fornitore peruviano. Sotto di sé aveva diverse persone, ma solo a lei spettavano le funzioni organizzative e direttive, non essendovi cogestori o finanziatori: vi era chi si occupava di aiutare il capo, consegnando soldi e preziosi quale corrispettivo della droga importata, chi faceva il pusher, chi il corriere partendo dal sudamerica per prelevare la droga e portarla in Italia o prendendola dopo che arrivava a Milano, chi la occultava per poi spacciarla, chi custodiva i proventi delle cessioni.
L’organizzazione poteva disporre di numerosi mezzi (automobili e cellulari) e materiali (strumenti per la pesatura e il confezionamento della droga) ma anche di abitazioni (sia a Roma che a Fiumicino) e di armi (una pistola Smith & Wesson ritrovata durante l’indagine) oltre che del denaro guadagnato dallo spaccio e utilizzato in parte per acquistare nuove partite di droga.
Tra gli arrestati, di cui 5 in flagranza, figurano italiani (romani in particolare) e stranieri: una cittadina bulgara, 3 donne peruviane e un uomo di etnia albanese. I luoghi di spaccio erano Ostia e Fiumicino, nella maggior parte dei casi, e Roma, il più delle volte con appuntamenti dati dai pusher ai clienti presso la stazione della metropolitana Battistini.
Le indagini sono state fatte con intercettazioni telefoniche ed ambientali, pedinamenti, utilizzo dei tracciati gps. Sono stati sequestrati circa 3,5 kg di cocaina e 3 kg di hashish, nonché quasi 150.000 euro e la pistola. I due soggetti più importanti del gruppo sono stati arrestati dopo essere stati trovati in auto con 500 grammi di cocaina nascosta dentro una colomba pasquale ben confezionata come se fosse ancora integra.
La droga veniva chiamata in diversi modi ma sempre col riferimento al cibo: «pasta», «barilla», «spaghetti» o «rigatoni» ma anche «spezzatino» o «crema»; in qualche caso anche «polline». I prezzi stabiliti dal mini cartello erano di: 80.000 euro al chilo per la cocaina; 2.500 euro al chilo per l’hashish; 1.800 al kg per la marijuana. Quando la droga non veniva fatta arrivare in Italia, passando per Milano, le donne peruviane del gruppo si recavano direttamente in Perù per rifornirsi, acquistandola da un trafficante in particolare, chiamato Nieto, per poi portarla a Roma dove, a seguito delle indicazioni della «Regina», veniva immessa sul mercato romano e i guadagni della vendita subito reinvestiti per nuovi acquisti.
Circa 22 persone ruotavano attorno all’associazione; 12 soggetti ne facevano parte in modo stabile. L’indagine è durata diversi mesi, da settembre 2015 fino ad aprile 2016, ed è stata chiamata Regina, per il soprannome dato da tutti i sodali del gruppo al loro capo, chiamata “Regina” o “Regina della neve”.
Le indagini sono durate circa un anno. L’organizzazione era attrezzata per reperire, acquistare, trasportare e commercializzare rilevanti quantitativi di droga (cocaina, hashish, marijuana) destinata al mercato della capitale. La droga veniva importata dal Sudamerica, in particolare dal Perù, e distribuita in maniera capillare attraverso una rete di pusher con base logistica nel comune di Fiumicino. L’organizzazione era strutturata in modo complesso e composta da una serie di soggetti in stretta sinergia tra loro nella gestione di ogni aspetto, ciascuno con compiti ben precisi.
Al vertice c’era una donna, Bianca Zarfati, detta la «Regina della neve», pregiudicata anche per reati specifici, la quale intratteneva direttamente i rapporti con il fornitore peruviano. Sotto di sé aveva diverse persone, ma solo a lei spettavano le funzioni organizzative e direttive, non essendovi cogestori o finanziatori: vi era chi si occupava di aiutare il capo, consegnando soldi e preziosi quale corrispettivo della droga importata, chi faceva il pusher, chi il corriere partendo dal sudamerica per prelevare la droga e portarla in Italia o prendendola dopo che arrivava a Milano, chi la occultava per poi spacciarla, chi custodiva i proventi delle cessioni.
L’organizzazione poteva disporre di numerosi mezzi (automobili e cellulari) e materiali (strumenti per la pesatura e il confezionamento della droga) ma anche di abitazioni (sia a Roma che a Fiumicino) e di armi (una pistola Smith & Wesson ritrovata durante l’indagine) oltre che del denaro guadagnato dallo spaccio e utilizzato in parte per acquistare nuove partite di droga.
Tra gli arrestati, di cui 5 in flagranza, figurano italiani (romani in particolare) e stranieri: una cittadina bulgara, 3 donne peruviane e un uomo di etnia albanese. I luoghi di spaccio erano Ostia e Fiumicino, nella maggior parte dei casi, e Roma, il più delle volte con appuntamenti dati dai pusher ai clienti presso la stazione della metropolitana Battistini.
Le indagini sono state fatte con intercettazioni telefoniche ed ambientali, pedinamenti, utilizzo dei tracciati gps. Sono stati sequestrati circa 3,5 kg di cocaina e 3 kg di hashish, nonché quasi 150.000 euro e la pistola. I due soggetti più importanti del gruppo sono stati arrestati dopo essere stati trovati in auto con 500 grammi di cocaina nascosta dentro una colomba pasquale ben confezionata come se fosse ancora integra.
La droga veniva chiamata in diversi modi ma sempre col riferimento al cibo: «pasta», «barilla», «spaghetti» o «rigatoni» ma anche «spezzatino» o «crema»; in qualche caso anche «polline». I prezzi stabiliti dal mini cartello erano di: 80.000 euro al chilo per la cocaina; 2.500 euro al chilo per l’hashish; 1.800 al kg per la marijuana. Quando la droga non veniva fatta arrivare in Italia, passando per Milano, le donne peruviane del gruppo si recavano direttamente in Perù per rifornirsi, acquistandola da un trafficante in particolare, chiamato Nieto, per poi portarla a Roma dove, a seguito delle indicazioni della «Regina», veniva immessa sul mercato romano e i guadagni della vendita subito reinvestiti per nuovi acquisti.
Circa 22 persone ruotavano attorno all’associazione; 12 soggetti ne facevano parte in modo stabile. L’indagine è durata diversi mesi, da settembre 2015 fino ad aprile 2016, ed è stata chiamata Regina, per il soprannome dato da tutti i sodali del gruppo al loro capo, chiamata “Regina” o “Regina della neve”.
Fonte: Il Messaggero – 26.09.2017