Il Consiglio dei ministri ha approvato a fine gennaio il disegno di legge delega che assegna al Governo un termine di sei mesi per elaborare una revisione complessiva della normativa sulle concessioni demaniali a uso turistico-ricreativo. Un passo avanti, su un sentiero ancora minato, verso l’auspicata soluzione non più prorogabile del problema della concessioni demaniali ormai considerate “fuorilegge”, secondo le norme Ue. In particolare dopo la condanna della Corte di Giustizia Europea nel luglio del 2016 che tiene ancora con il fiato sospeso un settore economico che in Italia coinvolge circa 30mila aziende balneari e centinaia di migliaia di posti di lavoro.
“La delega al governo – spiega il ministro per gli Affari regionali, Enrico Costa – è frutto di mesi di lavoro intenso e proficuo e di un confronto assiduo con enti locali, regioni, rappresentanze delle imprese del settore. Il Governo è aperto al contributo migliorativo del Parlamento, con l’auspicio che questo sia un punto di svolta in un percorso segnato fin qui da troppi stop and go. L’assenza prolungata di una definizione della materia – aggiunge Costa – ha infatti determinato sfiducia e preoccupazione per la mancanza di un quadro normativo chiaro, con la conseguente contrazione degli investimenti. Per rimediare a questa inerzia, abbiamo approvato un testo che ha puntato su linee guida semplici e chiare”.
Tra i principi fissati nella delega ci sono la previsione di un periodo transitorio (fino al 2020) per le autorizzazioni esistenti in attesa dell’applicazione delle nuove regole di assegnazione, il riconoscimento del valore commerciale delle imprese a tutela degli investimenti effettuati e una quantificazione dei canoni basate su valori alternativi a quelli fissati dall’Osservatorio del mercato immobiliare. E, soprattutto, una lunga durata delle concessioni, da assegnare non automaticamente ma all’esito di procedure imparziali e trasparenti. Si dovrà anche tener conto della professionalità e dell’esperienza acquisita nell’esercizio di concessioni di beni demaniali per le finalità turistiche-ricreative.
Già dalle prime reazioni, però, l’ottimismo del ministro Costa si è andato scontrando con le posizioni espresse dai sindacati nazionali di categoria, con il sostegno di alcune regioni. Pur apprezzando la legge delega del Governo, le associazioni sono compatte nel dire no a qualsiasi procedura selettiva e, altro punto fondamentale su cui va trovata un’intesa con l’esecutivo, a richiedere il legittimo affidamento con un periodo transitorio di 30 anni.
A fronte di questa richiesta la risposta del Governo è netta: per il ministro Costa “i 30 anni sono troppi e chi li vuole fa una cosa dirompente”, mentre per  il viceministro alle infrastrutture Riccardo Nencini “Il periodo transitorio non potrà essere troppo lungo, per non rischiare procedure di infrazione dall’Ue”.
Regioni e sindacati chiedono di essere coinvolti nell’elaborazione dei decreti attuativi, la trattativa, già da queste prime schermaglie, si prevede ancora lunga e complicata. E per i balneari si prospetta ancora un’estate bollente.