Questo portale è stato il primo in Italia ad occuparsi meritoriamente della mancata riscossione dell’Iresa da me definita , una “tassa fantasma”. L’Iresa è l’Imposta Regionale Emissioni Sonore Aeromobili, istituita con legge 21 novembre 2000, n. 342, entrata in vigore a decorrere dal 2001, come tassa di scopo. Era previsto ed è previsto, infatti, che ogni aereo che atterra e decolla sugli aeroporti italiani avrebbe dovuto versare una tassa, proporzionale al rumore prodotto, alle società aeroportuali. Le stesse avrebbero dovuto versare le somme alle Regioni che a loro volta, concordando gli interventi con i Comuni aeroportuali, avrebbero dovuto investire i soldi riscossi in opere di disinquinamento acustico.
Nonostante il dettato normativo, l’imposta in parola era scomparsa, poiché le Regioni non si erano preoccupati di istituirla e, quindi riscuoterla. Vista l’inerzia delle istituzioni e la mancanza di informazioni, il sottoscritto predispose insieme all’on. Marianna Madia un’interrogazione parlamentare dalla stessa depositata in data 2 luglio 2008. Successivamente, interrogazioni di analogo tenore sono state presentate da esponenti del centro destra su sollecitazione dell’allora consigliere comunale Massimiliano Graux. Le risposte del Ministro dell’epoca non furono soddisfacenti, tanto che vi fu necessità di presentare un esposto alla Corte dei Conti che in data 9 luglio 2012 con la delibera 7/2012/G ha chiarito che le Regioni risultavano inadempienti rispetto alla riscossione dell’Iresa.
A seguito della delibera della Corte dei Conti, la Regione Lazio, su iniziativa del Presidente Nicola Zingaretti, ha provveduto, durante la seduta del Consiglio Regionale del 28 aprile scorso, all’approvazione del Bilancio di previsione della Regione Lazio per l’esercizio finanziario 2013 (c.d. Finanziaria 2013) al cui articolo 5 viene giustappunto disciplinata l’istituzione dell’Iresa quale tributo proprio regionale. Quindi oggi sono disciplinate le modalità di riscossione dell’imposta.
Tuttavia, la Regione ha previsto che una quota pari al 10 per cento di tale tributo sia destinata al completamento dei sistemi di monitoraggio acustico e al disinquinamento acustico e all’eventuale indennizzo delle popolazioni residenti nelle zone vicine agli aeroporti. Il gettito atteso da questo nuovo tributo regionale è pari a 37 milioni di euro nel 2013 e a 55 milioni l’anno a partire del 2014.
Sinceramente non appare equo che le popolazioni interessate dall’inquinamento acustico ricevano esclusivamente il 10% dell’imposta. Il Sindaco Esterino Montino, la cui maggioranza, è bene ricordarlo, in questi giorni ha negato giustamente, con un voto in Consiglio Comunale, il raddoppio al buio dell’aeroporto di Fiumicino, saprà trovare gli argomenti giusti per convincere il presidente Zingaretti a rivedere in senso migliorativo la distribuzione del ricavato proveniente dall’incameramento dell’imposta.
Nel frattempo, nel luglio di quest’anno, Aeroporti di Roma avrebbe inviato due esposti, uno all’Antitrust italiano, uno alla Unione Europea contro l’Iresa con cui si chiede un intervento correttivo della stessa. Sostanzialmente si vuole un ribasso dell’imposta. Le procedure seguiranno il loro corso, tuttavia mi permetto di portare come esempio alla proprietà ed all’amministrazione di Aeroporti di Roma, che a breve dovrebbe fondersi con la società Atlantia, l’esempio che ho la fortuna di vivere in prima persona nel Comune di Corciano. Corciano è un meraviglioso comune medievale umbro, in cui un imprenditore illuminato quale è Brunello Cucinelli, che ha in quel Comune la sede della sua impresa, è giunto a destinare una parte dei proventi della sua attività alle opere di restauro e conservazione del patrimonio artistico locale. La filosofia è la seguente. Rendere immediatamente percepibili e fruibili alle comunità locali i benefici che possono derivare dall’attività di impresa che si esercita nei loro territori, valorizzandone la funzione sociale.
Indipendentemente dall’Iresa, non è arrivato il momento che Aeroporti di Roma, Gemina, Maccarese Spa ed in futuro Atlantia, raggiungano un’intesa che consenta di investire una modesta parte dei loro proventi in opere di conservazione e risanamento del Comune di Fiumicino? Ciò a prescindere da qualunque obbligo di legge.
Un sogno? Forse, ma la realizzazione di questo sogno migliorerebbe totalmente la percezione che di queste società hanno i residenti. (Avvocato David Apolloni)
2013-08-19