Nell’articolo citato dall’autorevole quotidiano si è voluto presentare un’analisi obiettiva dell’andamento dei flussi turistici di Fiumicino che quest’anno perfino a Roma hanno registrato un notevole calo rispetto alle percentuali di occupazione del 2015. Dubitiamo dunque che la nostra città sia stata più fortunata della capitale. Del resto, Codacons, in un articolo apparso su Repubblica datato 27/12/2016 di cui riporto il link, (http://roma.repubblica.it/cronaca/2016/12/27/news/natale_flop_a_roma_meno_turisti-154945741/) lamenta così la situazione:
“Malissimo anche il turismo – prosegue il Codacons – con gli alberghi che non hanno superato il 50% di stanze prenotate, in forte calo rispetto agli anni passati” . Perchè non chiediamo ai titolari degli alberghi rappresentati formalmente dal delegato di Federalberghi di Fiumicino quante di queste strutture alberghiere sono state costrette a mettere in regime di cassa integrazione o di part-time i loro dipendenti? I curricula di questi ultimi sono giunti fino a me che sono un semplice imprenditore. Della stessa opinione Claudio Palombi dell’hotel Riviera (Best Western), fra i primi iscritti alla Federalberghi che dichiara: “oltre ai disagi a cui dobbiamo sopperire ora abbiamo anche quello della chiusura del ponte 2 giugno divenendo ancora più penalizzati, così come i nostri ospiti a cui vengono spesso richieste cifre da capogiro per riuscire ad arrivare dall’aeroporto internazionale Leonardo da Vinci a Fiumicino città, pochi chilometri pagati a peso d’oro”. In aggiunto Claudio Tomassoni, titolare dell’attività ricettiva “Porto di Claudio” rimarca che un primo passo potrebbe essere quello di investire ad esempio parTe degli itroiti derivanti dalla tassa di soggiorno per la realizzazione di una cartellonistica attraente da installare nei punti strategici del Comune. Inoltre, in merito alla legge che secondo l’Assessore non permetterebbe di trasformare l’imposta di soggioro in una tassa di scopo, rispondiamo citando la legge. Il comma 1 dell’art.4 del d.lgs del 14/03/2011, n.23 recita infatti così: “Il relativo gettito [in riferimento alla tassa di soggiorno] è destinato a finanziare interventi in materia di turismo, ivi compresi quelli a sostegno delle strutture ricettive, nonchè interventi di manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali ed ambienti locali, nonchè dei relativi servizi pubblici o locali”. In aggiunta il comma 2 dell’art.4 del d.lgs del 14/03/2011, n.23 stabilisce che: “[…] i comuni[….] sentite le associazioni maggiormente rappresentative dei titolari delle strutture ricettive, hanno la facoltà di disporre di ulteriori modalità applicative del suddetto tributo […]”. Naturalmente si tratta di scelte politiche che questa Amministrazione ad oggi ha deciso di rinviare o di ignorare completamente. Ci lascia perplessi anche il tentativo di politicizzare la riflessione illustrata. Anzi, se proprio lo si vuole fare, faccio presente di essere stato l’unico a contestare la giunta Canapini muovendo ricorso al Tar (ancora pendente) al fine di ottenere una più giusta applicazione dell’imposta di soggiorno. Anzi a proposito della stessa mi chiedo: come mai la trasparenza (parola chiave di questa giunta) dei reinvestimenti della stessa non sono stati fino ad oggi resi noti? Tavoli, assemblee, stati generali del turismo. Belle parole e/o promesse che non bastano più,come non è più tollerabile appellarsi all’appartenenza politica, come un marchio o un sigillo che renderebbe meno veritiero quanto affermato, quando l’unica vera politica di cui si dovrebbe finalmente parlare è quella turistica, quella che darebbe un futuro e una speranza ai giovani del nostro territorio in cassa integrazione o sviliti e umiliati ogni giorno dai voucher, figli del Jobs act, o dalle parole di un ministro del lavoro che si augurerebbe solo di tenerli lontani dalle proprie famiglie e dai propri luoghi natii. Solo in questo modo le parole inclusione,attrazione, apertura potrebbero ritenersi appropriate e coerenti.
Quirino Secci (Presidente Federazione Turismo Fiumicino)