Il Tar del Lazio, accogliendo un ricorso proposto dai Verdi e appoggiato dalla Provincia di Latina, ha annullato il piano di gestione dei rifiuti del Lazio approvato nel suo testo definitivo nel gennaio 2012.
“Il piano rifiuti basato su discariche e inceneritori della Regione Lazio, dove si spacciava la tritovagliatura come trattamento ,è stato sonoramente bocciato oggi dal Tar del Lazio, con la sentenza n. 121/2013 grazie al ricorso presentato da Angelo Bonelli Consigliere regionale dei Verdi, da Vas e dal Forum Ambientalista – afferma il Presidente dei Verdi del Lazio Nando Bonessio – Il piano era contrario alle direttive comunitarie in materia di discariche e rifiuti, tanto che la Commissione Europea lo aveva già bocciato con un parere motivato. Questa è la dimostrazione dell’approssimazione della Giunta Polverini in materia che ha tentato di fare il “gioco delle tre carte” sulla questione rifiuti”. Per i giudici, tra l’altro, la Regione ha violato le direttive comunitarie e il cosiddetto “principio di precauzione” che dovrebbe caratterizzare le scelte dell’amministrazione dove vi siano eventuali dubbi sulle decisioni da prendere. “Come correttamente affermato dalla Commissione Europea – si legge nella sentenza del Tar – per essere conforme alla direttiva discariche ed alla direttiva quadro sui rifiuti, il trattamento dei rifiuti destinati a discarica deve consistere in processi che, oltre a modificare le caratteristiche dei rifiuti allo scopo di ridurne il volume o la natura pericolosa e di facilitarne il trasporto o favorirne il recupero, abbiano l’effetto di evitare o ridurre il più possibile le ripercussioni negative sull’ambiente nonché i rischi per la salute umana”. Per i giudici, quindi, la Regione Lazio ha violato le direttive comunitarie e il cosiddetto “principio di precauzione”. Soffermandosi poi sul tema della “transitorietà” del piano, per il Tar “è chiaro che questo concetto non può essere dilatato fino al punto di consentire l’adozione e l’approvazione di un piano quale quello contestato”. Rispondendo alla Regione che ha sostenuto che il piano redatto abbia portato alla riduzione della produzione dei rifiuti e al raggiungimento del 65% di raccolta differenziata entro il 2012, il Tar sostiene che “i dati ufficiali Ispra, risalenti al Rapporto Rifiuti del 2008 (indicati nel Piano), mostrano una tendenza diversa da quella presa in considerazione dall’Amministrazione regionale, denotando una produzione annua di rifiuti regionali in costante aumento”. Alla fine, resta il fatto che per i giudici la Regione “dovrà istruire adeguatamente il nuovo procedimento e motivare congruamente le proprie scelte, tenendo conto di tutti gli elementi di valutazione a disposizione e, quindi, anche dei profili evidenziati dalla Provincia di Latina inerenti, in particolare e tra l’altro: la delimitazione degli ambiti territoriali ottimali sul territorio regionale; l’esclusione di 5 Comuni dall’ATO Latina e l’inclusione degli stessi nell’ATO Frosinone”. Ora ci si domanda quale sia il futuro del decreto del Ministro Clini presentato lo scorso 7 gennaio.
2013-01-10